giovedì 20 gennaio 2011

Novità Laris Editrice: L'Infinito Sentiero della Stella di Silvia Dondoli

Prefazione del libro novità 2011 della Casa Editrice Laris

"LInfinito Sentiero della Stella" di Silvia Dondoli


Tutte le tradizioni affidano all’organo del cuore il simbolo del custode del Sé. Simbolo del Centro, è nel cuore del Tempio che i costruttori di Cattedrali erigevano il luogo santo. Nell’ebraismo, il cuore del mondo è la terra d’Israele, il cuore di Israele è Gerusalemme, il cuore di Gerusalemme è il Tempio, infine il cuore del Tempio è il Tabernacolo della Santità di Jehovah, la residenza della Shekinah, il Santo dei Santi.
Centrale è la posizione del cuore nel sistema dei sette chakra. Il chakra del cuore (anahata) è il quarto sia dal basso sia dall’alto. Esso è il punto in cui si incrociano gli assi verticali e orizzontali dell’ánthropos, formando la croce il cui simbolismo ricorre, più o meno in maniera pregnante, nella maggiori tradizioni: nell’ebraismo ha vesti di stella a sei punte, nell’induismo assume le sembianze dello svastika; nell’islamismo è simbolo di Allah, espressa da due assi numerici: 66 (valore del nome di Allah, secondo l’alfabeto arabo) e 99 (suoi attributi).
In riferimento all’ánthropos, madame Th. Dorel riferiva che «di quest’essere, l’Essere supremo fece un tempio nel Tempio e per questo lo dotò di un cuore, cioè di un punto d’appoggio immutabile, di un centro di movimento tale da rendere l’uomo degno delle sue origini, simile alla sua Causa prima» (in R. Guénon, Simboli della Scienza Sacra, p. 360). È dunque nel cuore, scrive Silvia Dondoli, «che carne e spirito sono animati dalla Forza suprema. Appena raggiunto tale centro, ogni schermatura scompare e si può sentire di aver percorso le tracce della Forza, è così che appare il vuoto dove vige l’armonia che risuona nell’universo». La corrispondenza geometrica del Sé con l’organo del cuore fa di questo un generatore centrale di emozioni a coloritura di una qualche foggia d’amore, ma anche generatore di ritmo, flusso costante di vitalità, che si percepisce come scaturigine di luce e calore; per tale ragione, nel lógos armonico delle stelle, è il Sole ad assurgere a simbolo del cuore, fons vitae, animatore del flusso, dinamicità dell’attimo presente. A vibrare nell’ánthropos, oltre al Sé, è ciò che trova la sua sede geometrica un po’ più in alto rispetto al braccio orizzontale, in corrispondenza col sesto e penultimo chakra, ājñā, che in sanscrito significa ‘accorgersi di qualcosa, comprendere, conoscere’. Jñā è la radice che denota conoscenza, ā- è una particella indicante reminiscenza e avvicinamento. Ma, per chi ripone fede nella via diretta del cuore, conoscenza non implica percezione: ciò che la mente può arrivare a conoscere soltanto, il cuore può viverlo in prima persona: «Quando il nostro cuore è attraversato dal battito dell’Energia galattica, si erge a governatore del cambiamento di se stesso, del proprio mondo e di tutte quelle dimensioni che avremmo definito ignote e che di volta in volta, per merito della luce estratta dal tempio, non lo sono più. Abbiamo vinto l’ombra, al suo posto c’è ora un Disegno».
Il viaggio personale di Silvia Dondoli, con un linguaggio liricamente e suggestivamente ispirato, percorre le meccaniche che legano l’anima-lógos al supporto vitale, seguendo il simbolismo astrosofico per il quale la carta del cielo «è il mandala individuale del processo di auto-realizzazione evolutiva e creativa dell’essere, all’interno dei principi energetici che ne guidano l’esistenza». Uomo e cielo connessi dunque nel loro comune destino, non perché, o non necessariamente, il cielo fisicamente influisca sulla sorte dell’uomo, è piuttosto l’uomo ad aver volontariamente scelto, rinnovandosi nell’esistenza, di sottoporsi alle regole del gioco, che si esplica anche tra il complesso congegno biomeccanico del dna.
L'arcano itinerario di Silvia Dondoli si disvela quindi in una quantomeno triplice configurazione: un impulso per chi ancora indecisamente oscilla attorno alla presa di consapevolezza della viva presenza di un télos, non più, poi, così oscuro; un’onda seminale per chi spia dalla porta ma non si decide ancora ad entrare e spingersi in giù, per poi risalire; frammenti di piacevole memoria per chi è già passato per il brivido stupefatto della riscoperta: «L’esplosione luminosa di tale stupore è l’alba che sorge dopo la via della ricapitolazione ed è pari alla commozione che si prova nel sentire la sensibilità e la presenza che è dedicata all’armonia delle parole che compongono un libro e risaltano nell’animo di chi lo legge».

Nicolò Di Salvo

L’Infinito Sentiero della Stella
Collana: I Manuali dei saggi
Prezzo: € 12
Pagine: 80
Autore: Silvia Dondoli
Laris Editrice

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